uomo che riassumeva i grandi romanzi
Repubblica — 12 giugno 2008 pagina 42 sezione: CULTURA
olo ieri si è diffusa la notizia che il 27 maggio scorso un infarto ha ucciso John S. Zinsser jr., 84 anni, nella sua casa di West Cornwall in Connecticut. Chi era questo anziano signore dall' ottimo indirizzo in New England, la parte d' America più colta e insieme elegante? Era, a sua volta un pezzo d' America. Di quell' America "profonda" che di solito si intende estendersi fra Chicago e la California, e che col New England non ha niente a che vedere. Ma a cui il New Egland può dare di che nutrirsi intellettualmente. S. Zinsser jr. era stato infatti per tre decenni - Sessanta, Settanta, Ottanta - uno dei massimi dirigenti dei Readers' Digest Condensed Books (I libri condensati di Selezione), per l' appunto un' istituzione americana quanto Hollywood, la Coca Cola, Topolino, l' orso Yoghi. Cominciando la sua carriera nel '51 (per la precisione, fino all' ' 87), in tre decenni aveva riassunto con cura, in un linguaggio semplice e piano, quasi ottocento best sellers della letteratura mondiale, rendendoli accessibili a milioni di lettori dentro e fuori gli Usa. Tra i più amati dagli americani, ci sono Steinbeck, Faulkner, Daphne Du Maurier, Thor Heyerdahl, John P. Marquand, Frederick Forsyth. La serie era cominciata nel 1950. Una trovata ambivalente: ottima per fare quattrini, ma anche per diffondere la cultura là dove in altro modo non sarebbe mai arrivata. Per 47 anni si chiamò Readers' Digest Condensed Books (Libri condensati di Selezione). All' inizio venivano pubblicati quattro volte l' anno, in antologie di tre-sei opere. Più tardi divennero bimestrali, ed ebbero enorme successo. La fine della seconda guerra mondiale aveva riportato a casa molti vincitori pronti a leggere, oltre che a fare figli (i famosi baby boomers) e a mangiare torte di mele. Il petrolio zampillava nel Texas e ne Il gigante di James Dean, e l' America sembrava più che mai ai suoi figli reduci la Terra Promessa. Col presidente Truman, "scoppiarono" il maccartismo e la guerra fredda, al cinema davano I peccatori di Peyton e le "brave persone" stavano molto in casa, leggevano Selezione e i suoi libri, e si facevano impregnare dallo spirito ottimistico della rivista. (Gli articoli si intitolavano Una persona che non dimenticherò mai, Come vivere più sani e più a lungo, La felicità in giardino e così via). Tanto tempo fa si parlava di "americanate", a indicare qualcosa di un po' buffo, che noi non avremmo fatto mai. Anche se poi, con il tempo, molte "americanate" si sono vendicate attraversando l' Atlantico, a colonizzarci culturalmente in modo più o meno indolore. Certo l' idea di riassumere per il grande pubblico Anna Karenina, Madame Bovary, o, sia pure Moby Dick - per citare un capolavoro americanissimo - a nessuno in Europa sarebbe mai saltata in testa (per lo meno in quegli anni, in cui il là intellettuale era dato da Sartre, Simone De Beauvoir, Pavese, Vittorini). E invece, collegato con quell' altra mastodontica impresa che è, dal lontano 1922, la rivista Readers' Digest (letteralmente, dalle Pandette di Giustiniano, Il Compendio del lettore, che in italiano chiamiamo Selezione) si è rivelato uno affare colossale da Zio Paperone. Nel '22, i fondatori del Readers' Digest, erano stati Lila Bell Wallace e DeWitt Wallace. Era una rivista grande circa metà delle altre, tanto che a lungo si chiamò L' America in tasca (oggi, con la crisi dei mutui, si chiama Vita ben condivisa). Anche allora, come nel secondo dopoguerra, l' America era felice, nonostante il proibizionismo, cominciato in alcuni Stati nel '17. Nel '19 le donne ottennero il voto, e nel '20 elessero Harding, il primo dei tre presidenti (gli altri due furono Coolidge e Hoover) che si isolarono dall' Europa, diedero "Arricchitevi! come parola d' ordine - e poi sfociarono nella crisi del '29. Ma allora non si sapeva. Si ballava il charleston, al cinema muto c' erano Charlot e Greta Garbo e si leggeva sperando di risparmiare e arricchirsi il Readers' Digest. Ancora oggi, è questa la rivista per consumatori con un buon reditto annuo diffusa più di Fortune, The Wall Street Journal e Business Week e Inc messe insieme. Negli Usa in primo luogo, ma anche altrove, praticamente sull' intero pianeta, dovunque l' America sia riuscita a penetrare, seducendo nuovi paesi - Ninotshcke coi consumistici lustrini dell' Occidente. Nel 1938 se ne fece la prima edizione straniera in inglese (costava due scellini), oggi il Readers' Digest esiste in 61 paesi, stampato in 50 edizioni in 21 lingue. In arabo si chiama Al - Mukhtar ed esce in Egitto dagli anni Cinquanta e in Libano dal '76. Dal 2006 esce in Slovenia, Croazia e Romania, e dal 2008 anche in Serbia. - LAURA LILLI
venerdì 3 luglio 2009
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